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1978-2018

 

ALDO MORO

QUARANT'ANNI

DALLA STRAGE

DI VIA FANI

STAGIONE TEATRALE 2019

 

 

R O M A

N A P O L I

C A M P O B A  S S O

A N C O N A

T O R I N O

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In teatro la vita degli eroi di Moro

Per non dimenticare le vite, le storie familiari e l’eredita degli uomini della scorta di Aldo Moro trucidati dalle Brigate Rosse, la Vitale Onlus ha prodotto lo spettacolo teatrale “Moro. Gli eroi dimenticati”. Ispirato dal libro “Gli eroi di via Fani” di Filippo Boni (Edizioni Longanesi) il progetto teatrale, che ha debuttato sabato 22 dicembre 2018 a Villa Barberino, in località Meleto Valdarno a Cavriglia (Arezzo), racconta al pubblico la vita dei cinque agenti della scorta di Aldo Moro trucidati dalle Brigate Rosse: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi sono i nomi dei tre poliziotti e due carabinieri che hanno perso la vita in via Fani, e che fin da subito sono finiti in secondo piano, per poi venire dimenticati.

Lo fa con Filippo Boni, Sofia Vitale e Federico Vozza, e la voce fuori campo di Anna Finotto per la regia di Roberto Vitale, tutti al debutto teatrale. Lo spettacolo “Moro. Gli eroi dimenticati” è ambientato nei locali di una mostra fotografica dedicata ad Aldo Moro, i cui scatti immortalano un periodo tragico del Novecento italiano e della Repubblica. Foto crude che vengono raccontate da Francescantonio Vitale (interpretato da Filippo Boni) un anziano poliziotto che in quegli anni, conosciuti come Anni di piombo, era il comandante della Sezione della Polizia Frontiera marittima di Trieste. Un racconto al figlio Roberto (interpretato da Federico Vozza) e alla nipote Sofia, una testimonianza di quando era in servizio al Commissariato Vescovio a Roma, a metà degli anni Cinquanta, e incrociava Aldo Moro, un uomo che in molti poliziotti chiamavano penna bianca per il suo precoce ciuffo bianco tra i capelli.

Sono passati quarant’anni, e moltissimi italiani hanno ancora negli occhi e nel cuore quella mattina del 16 marzo 1978. Una strage seguita dal rapimento di Aldo Moro, 55 giorni dopo i quali il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana veniva ritrovato nel bagagliaio di un’auto in via Caetani.

«Quattro decenni di silenzio e la mancanza di attenzione del nostro Paese hanno creato un vuoto che era doveroso colmare» ha scritto nella prefazione del libro ”Gli eroi di via Fani” Mario Calabresi, direttore de la Repubblica.

«Era tempo che qualcuno raccontasse la verità su quei ragazzi – ha commentato Roberto Vitale -. Filippo Boni ha avuto l’umiltà di ascoltare le testimonianze, i ricordi e le sofferenze dei familiari degli eroi di via Fani. Ha dato voce ai cinque servitori dello Stato, e con lo spettacolo teatrale desideriamo trasmettere ai giovani, ai cosiddetti millennial, un messaggio di giustizia non solo raccontando chi erano gli agenti della scorta di Moro, ma soprattutto cosa possono e devono rappresentare in una società in cui i valori stanno sbiadendo».

A fare da sfondo scenografico al ricordo degli eroi di via Fani ci sono le fotografie di Maurizio Piccirilli e dell'archivio Riccardi.

«Un popolo senza memoria non ha futuro – ha dichiarato Maurizio Piccirilli -. A 40 anni dal rapimento e l'uccisione di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta le fotografie di quella strage restano indelebili testimonianze di quei tragici eventi. Le foto delle auto crivellate di colpi, i corpi senza vita. Fino a quella tragica conclusione con la foto del presidente della Dc adagiato nel bagagliaio della Renault 4, senza vita con tutta quella gente intorno, investigatori, magistrati, politici tutti fissati dall'obiettivo in contemplazione della sconfitta dello Stato a fronte della barbarie delle Brigate Rosse.

«È un onore - ha detto Filippo Boni - che Roberto Vitale si sia ispirato al mio libro Gli eroi di Via Fani per costruire questo toccante spettacolo teatrale che permetterà ai giovani di scoprire un pezzo del loro recente passato totalmente sconosciuto attraverso i racconti di quegli uomini caduti e poi dimenticati in una stagione, quella degli Anni di piombo in Italia, ancora troppo oscura. Ci auguriamo che questa sia una piccola scintilla che aiuti i ragazzi a riscoprire la sete della conoscenza e il valore della memoria».

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